Intervista a Roberta Barabino. Finalista Targa Tenco opera prima

1) partiamo dal Premio Tenco, dove sei tra i finalisti con il disco “Magot” nella categoria opera prima. Cosa significa per un artista tutto questo? tre aggettivi, tre artisti e tre canzoni con cui sintetizzeresti il Club Tenco.

Per me è di grande incoraggiamento. Per la prima volta il mio lavoro è a confronto con tante persone, giornalisti, critici, amanti di musica, addetti ai lavori. Ho ricevuto riscontri positivi e anche critiche, ma critiche costruttive, amorevoli, provenienti da ascolti attenti ed esperti che manifestano interesse per il mio percorso e questa la trovo una cosa molto bella. Mi sento proprio felice in questi giorni.

Tre artisti in cui sintetizzerei il Club Tenco?

Paolo Conte

Francesco De Gregori

Ivan Graziani.

Tre canzoni:

Lontano Lontano (Luigi Tenco)

Per il pianeta (Sensasciou)

Sinàn Capudàn Pascià (F. de Andrè)

Tre aggettivi per descrivere il Club Tenco…che domande!! Mi viene da dire Audace, Malinconico e Appassionato.

 

2) in dieci righe raccontami di te: sogni, progetti, esperienze, paure e incontri che ti hanno segnato la vita.

Sogno di viaggiare , è una delle cose che amo di più della vita, mi piace viaggiare con un motivo, essere in un posto che non conosco ma con una cosa da fare.

Viaggiare per suonare è una delle esperienze più belle che ho sperimentato negli ultimi anni e mi piacerebbe farlo di più.

Ma amo molto anche la mia casa, la mia città e il mio cane, vivo un pò a metà tra il desiderio di vagabondare e quello di restare. Gli incontri che hanno segnato la mia vita sono tanti, mi viene da dire quasi tutti. Dal punto di vista musicale penso a Michela Centanaro , la mia prima maestra di chitarra, avevo dieci anni e mi ha fatto amare la “forma canzone” fin da subito; penso alla mia amicizia con Bob Quadrelli che mi ha spinta ad espormi al pubblico e soprattutto a lasciarmi andare al desiderio di scrivere e suonare. E penso a John Lennon, a Billie Holiday , Italo Calvino…

Sto superando le dieci righe… Restano le paure: ogni volta che scrivo una canzone ho paura che sia l’ultima, che si spezzi quel filo di magia che infondo a mio avviso c’è sempre, nel creare qualcosa.

 

3) veniamo al disco. Un disco cantato sottovoce ma con grande intensità emotiva. Cosa c’è dentro? chi è Magot?

Magot dal francese significa bertuccia, in particolare bertuccia di Gibilterra e mio padre mi chiamava così; quindi Magot sono io oltre ad essere il titolo del mio primo disco.

Sono contenta che tu senta intensità emotiva, in effetti è un lavoro intimo, sia nella composizione che nella produzione. Nei testi e in tutto il resto Magot rappresenta moltissime delle mie reali caratteristiche , anche quelle che vorrei cambiare e sono contenta di potermi riconoscere e rispecchiare in questo lavoro, è una bella sensazione. Anche cantare sottovoce non è una scelta, direi che è più il modo che ho trovato, almeno per ora, per sentirmi più a mio agio nell’esprimermi.

 

4) mi racconti in pochissime righe sotto forma di verso di canzone cos’hai provato quando hai visto che seri tra i finalisti delle Targhe?

Questa poi! Sei tremendo Davide!

Balla balla ballerino
tutta la notte e al mattino
non fermarti

 

5) come tradizione dello “spaccadischi” l’ultima domanda puoi farla tu a me.

Questa è la domanda che mi piace di più..

Dunque , vorrei che mi raccontassi sintetizzando in due righe, e soprattutto in rima, tutto ciò che ami del tuo lavoro

 

incontrare ed ascoltare chi la musica sa fare,

chi con note e versi sciolti riesce a farti emozionare

 

ben ti sta ;-), un abbraccio ed in bocca al lupo Roberta,

Un abbraccio a te Davide mi sono divertita, grazie !

Evviva il Lupo

Roberta

Informazioni su Davide Vedovelli

Giornalista musicale, redattore del quotidiano vallesabbianews.it, sono tra gli ideatori ed organizzatori del concorso Musica da Bere, socio e giurato del Club Tenco di Sanremo e giurato del premio per la canzone d'autore emergente "Varigotti Festival" sono da sempre appassionato di canzone d'autore, teatro, circo e circo contemporaneo. Vedi tutti gli articoli di Davide Vedovelli

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